Gloria Gnoato la piccola calciatrice veste la maglia biancazzurra

«Per un genitore è davvero bello vedere come uno sport, se portato avanti nel rispetto dei giusti valori, possa dare così tanto».

Gloria Gnoato la piccola calciatrice veste la maglia biancazzurra
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Gloria Gnoato la piccola calciatrice veste la maglia biancazzurra

«Voglio giocare a calcio!». Mentre lo diceva, guardava fisso negli occhi papà Michele con il faccino tipico di chi ha in mente uno scherzetto che, tuttavia, avrebbe fatto tanto piacere ad entrambi i genitori. Una scena successa chissà quante volte ma, a renderla speciale, è il fatto che la richiesta sia arrivata da Gloria Gnoato, una bimba di 10 anni. In riva la Brenta succede anche questo e così, da un anno, la piccola calciatrice veste con orgoglio e passione la maglia biancazzurra del Cartigliano.

«In famiglia siamo tutti tifosi – racconta Cristina Dalla Valle, mamma di Gloria – e la scelta di nostra figlia non ci ha sorpreso più di tanto. Io ho giocato a calcio, anche se per pochi mesi, quando abitavo a Molvena. Poi, vivendo a Cartigliano, capitava spesso che il papà la portasse con sé allo stadio per vedere le partite della squadra di paese oppure che ci si riunisse sul divano la sera a guardare la Juventus. Gloria è una bambina sempre in movimento, che non sta ferma mai perché ama lo sport in generale. Oltre al calcio, pratica anche ballo di coppia latino americano: una scelta diametralmente opposta, ma crediamo che sia bello e giusto farle provare tutto ciò che la coinvolge e l’appassiona. Tornando alla decisione di andare a giocare a pallone, diciamo che il papà ha realizzato un suo piccolo-grande sogno perché è stato per tanti anni giocatore a Cartigliano, Bassano, Nove e in altre squadre del circondario. Quindi tornare a respirare l’aria del campo, accompagnare la figlia agli allenamenti, è un’emozione bella anche per lui. E, se devo essere sincera, mi diverto molto anche io nel vedere la mia bimba felice insieme ai suoi compagni dei Pulcini. Gloria è l’unica bambina che gioca a calcio a Cartigliano e, insieme agli altri genitori, abbiamo formato un gruppo di super tifosi molto affiatati. Siamo sempre presenti sugli spalti perché ci abbiamo preso gusto: l’atmosfera, la spensieratezza e l’entusiasmo dei bambini sono contagiosi anche fra noi grandi».

Il primo allenamento di Gloria fu memorabile per la passione che trasmetteva ad ogni passo. Nessun imbarazzo, nessuna presa in giro, ma solo tante risate e complicità: una lezione di ciò che dovrebbe essere sempre lo sport. Entrambi i genitori, nel vederla così felice, hanno capito quanto siano stati fortunati ad averla soddisfatta semplicemente acconsentendo al suo desiderio. Conciliare il lavoro per poterla accompagnare, mettere la benzina, chiedere i permessi al lavoro, comprare l’abbigliamento necessario oppure svegliarsi presto per andare a giocare i tornei sono sacrifici che non vengono vissuti come tali, perché il sorriso di Gloria li ripaga di ogni sforzo.

«Affrontiamo serenamente questa sua esperienza, ben sapendo che, ad oggi, Gloria la sta vivendo come un divertimento, un gioco spensierato. Non sappiamo se il calcio sarà il suo sport anche in futuro, anche perché lei ama molto anche il ballo e sarà difficile conciliare tutte le cose. Però lasceremo che sia lei a decidere, anche perché qui a Cartigliano si trova benissimo sia con i compagni che con tutto lo staff. Non vede l’ora di andare agli allenamenti. Si è integrata senza nessuna difficoltà, aiutata dal fatto che fin da piccola ha sempre avuto tanti amici maschi. Per un genitore è davvero bello vedere come uno sport, se portato avanti nel rispetto dei giusti valori, possa dare così tanto in termini di felicità e gioia a chi lo pratica».

Il calcio femminile non è quello maschile, tuttavia è un movimento in grande espansione. È quindi uno sport che rappresenta potenzialmente il presente ed il futuro e che potrebbe portare tante soddisfazioni sportive al nostro Paese. Le assonanze fra maschi e femmine sono addirittura più affascinanti delle differenze anche se, a questa età, conta solo il comune denominatore del divertimento. E restando a parlare di questo, Cristina racconta cosa succede sugli spalti quando in campo gioca Gloria.

«Cori, applausi, urla di incitamento non mancano mai. Gloria non segna proprio tanti gol, perché gioca in difesa, ma io ed il papà siamo sempre in attesa di vederla esultare. Ha gli occhi che brillano di felicità e le gambe veloci: quando corre si vede che si sente a suo agio ed a noi basta quello. Nell’ultimo torneo in Croazia, Gloria è stata scelta come portabandiera del Cartigliano: una bellissima soddisfazione».

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