Contrada Baggi, 1400. Dove nacque Rosà

L’origine della comunità risalirebbe all’insediamento dei Trento lungo la Rosada e ai legami con i Brotto, Baggio e Compostella.

Contrada Baggi, 1400. Dove nacque Rosà
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Contrada Baggi, 1400. Dove nacque Rosà

Era piena la chiesetta di San Liborio a Travettore, lunedì sera 8 luglio. Gente anche in piedi per sentire raccontare dell'origine di Rosà alla ricerca di radici e identità nell'atmosfera suggestiva che solo i luoghi sacri del passato sanno evocare. Il contesto dell'evento, organizzato dal Gruppo Culturale XXIV Agosto, non è stato scelto a caso. Proprio nella contrada Baggi sembra infatti si siano insediate attorno al 1400 le prime famiglie che hanno originato la comunità di Rosà. A spiegare le evoluzioni e gli sviluppi del fenomeno, il ricercatore Stefano Zulian che si è imbattuto nei documenti che darebbero valore a questa tesi storica nel corso di una lunga ricerca privata effettuata sulla famiglia Trento, commissionata dal Dottor Valentino Trento. Percorrere la storia della famiglia Trento de Rivaleys, originaria del tesino, lungo le generazioni, le investiture, i ruoli e gli spostamenti, permette di risalire alle radici dei primi insediamenti nel territorio di Rosà.

La zona de «I Baggi» deriverebbe proprio dall'antico «Borgo dei Trento» insediatosi nell’area della Roggia Rosà o Rosada che venne creata nel 1370 ed ebbe un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio circostante. Da Bassano portava acqua fino a Cittadella, enorme risorsa per tutto il territorio. Momento chiave delle vicende che interessano la nascita dei primi nuclei abitativi di Rosà sono gli ultimi decenni del Trecento, quando Bassano vive il passaggio ai Visconti, sostituitisi ai Carrara, che rimangono presenti a Cittadella. Un lungo periodo storico di conflitti tra i due territori che si giocano la rivalità anche sulla Roggia Rosà. E’ il momento in cui il Duca di Milano decide di unire Feltre, Belluno e Bassano in una sorta di piccolo stato dando pieni poteri penali a Bassano. Una situazione politica e sociale che favorisce l'immigrazione di molta gente da Feltre, famiglie importanti che possono investire nel territorio bassanese e allargarsi a tutte le terre circostanti dedicandosi principalmente all'allevamento e alla coltivazione delle vigne. Proprio in questo momento scende dal feltrino un ramo della famiglia dei Trento le cui vicende si intrecciano a quelle dei locali Brotto, Compostella e Baggio. Nomi importanti che decidono di sviluppi decisivi con unioni tra famiglie di potere. Tutto inizia quando Giovanni Trento si stabilisce nella zona di San Fortunato a Bassano dove ci sono i primi mulini della Rosta Rosà e vengono avviate le prime coltivazioni. E’ il periodo che precede il passaggio del territorio alla Serenissima. Gian Galeazzo Visconti fa costruire un ponte di pietra sul fiume Brenta per negare l'acqua ai rivali Carrara, ma la sorte gli è avversa e il giorno dell'inaugurazione la piena del fiume distrugge tutto e causa debiti spaventosi. In seguito lui muore di peste e la moglie cede Feltre, Bassano e Belluno ai veneziani. Segue un periodo storico di grande pace e prosperità in cui la Rosta Rosà diventa importantissima per l'economia e per i mercati. Due linee della famiglia di Giovanni Trento, legate ai figli Trento e Paolo, si stabiliscono nella zona attuale dei Baggi e si legano con le famiglie locali. Qui e in questo momento nascono le prime famiglie di Rosà che danno vita a una nuova comunità stabile di proprietari terrieri in una zona che poi attirerà i nobili veneti delle famiglie Morosini e Cappello con le tante famiglie di lavoranti al seguito. La storia continua poi con la concessione da parte di Bassano della costruzione della Chiesa, con le vicende legate alla Rosada e all’Università de la Rosa, come ricordato durante la serata da Silvano Bordignon. Interessante è stato scoprire dettagli decisivi di un preciso periodo storico che ha dato volti e nomi all’origine di Rosà e a Baggi un ruolo di primogenitura in tutto il processo. Un appuntamento con la storia che, come ha suggerito e promesso il Presidente del Gruppo Culturale XXIV Agosto Giuseppe Grandesso, si propone si ripetersi in altri eventi e altri luoghi storici del paese.

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