Il Govenatore Zaia, «Nessuno toccherà questa Ulss»

«A breve approveremo in Giunta una delibera che conterrà nuovi modelli organizzativi. In giro se ne sentono di tutti i colori, che Bassano viene ridimensionato, che Asiago chiuderà, che l’Ulss Pedemontana verrà eliminata. Fake news».

Il Govenatore Zaia, «Nessuno toccherà questa Ulss»
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Il Govenatore Zaia, «Nessuno toccherà questa Ulss»

Il governatore più amato dagli italiani, come ha stabilito una recente indagine nazionale, scende ai piedi del Grappa per inaugurare una nuova Tac all’ospedale San Bassiano e ribadire che, da queste parti, nessuno toccherà questa Ulss finché ci sarà lui. Nel bagno di folla tra personale medico ed addetti ai lavori, c’è spazio, oltre che per inaugurare la Tac a 128 strati, anche per parlare di schede ospedaliere e di stipendi ai medici, di autonomia e di Pedemontana, della carenza di medici, madre di tutte le battaglie considerando che, come ha sottolineato Luca Zaia : «Siamo pieni di bandi a cui non risponde nessuno. A Pieve di Cadore, per coprire un posto, siamo giunti al bando numero 34». Parte da lontano il governatore quando parla di come «dal dopoguerra siano stati chiusi nel Veneto qualcosa come 49 ospedali». Zaia sforna anche una serie di numeri che testimoniano il grande sforzo che la Regione produce nel campo della sanità: coi suoi «54mila dipendenti, 80 milioni annui di prestazioni, i 2 milioni di accessi al pronto soccorso, i 70 milioni di euro, investiti per nuove attrezzature ospedaliere». Quattro i temi affrontati.

Ospedali in salute

«A breve approveremo in Giunta una delibera che conterrà nuovi modelli organizzativi per i pronto soccorso, che consentiranno al cittadino di attendere di meno ed ai sanitari di lavorare con meno pressione. In giro se ne sentono di tutti i colori, che Bassano viene ridimensionato, che Asiago chiuderà, che l’Ulss Pedemontana verrà eliminata. Fake news. La verità è che qui, come altrove, continuiamo ad investire in tecnologie ed organizzazione. Questa è una delle nove Ulss della riorganizzazione e tale rimarrà. Con Asiago che verrà sviluppato con la conclusione dei progetti in corso, con Bassano e Santorso che non sono e non devono sentirsi in competizione perché sono due strutture valorizzate dalla programmazione e che, con Asiago, non solo rimarranno, ma potranno crescere. In sanità chi si ferma arretra e noi non abbiamo nessuna intenzione di dormire sugli allori».

Sanità ed autonomia

«Continua a circolare la grande madre di tutte le bugie e cioè che l’autonomia aggraverebbe le differenze di cura tra i cittadini del nord e quelli del sud. Mi dispiace che anche un Ministro si sia lasciata condizionare, dicendosi pronta a scendere in trincea per fare in modo che questo non succeda. Di sicuro non succederà per colpa dell’autonomia, perché succede già adesso. E la colpa non è di chi ha saputo essere virtuoso, ma di una classe dirigente di alcune aree d’Italia che, a forza di sprechi, ha costretto la sua gente ad emigrare al nord per farsi curare».

Medici e stipendi

«Tra le fake news che circolano, c’è poi che i medici in Veneto sarebbero pagati anche 7mila euro in meno di altri. Ho fatto verificare dai tecnici della nostra Azienda Zero ed il Veneto risulta essere al quarto posto in Italia per livello di retribuzioni. Premesso che, se potessi dare anche un euro in più ai nostri medici lo darei perché se lo meritano, nei conteggi nazionali fatti circolare c’è qualcosa che non va. Temo che si sia fatta un’operazione fuorviante. Aspetto di vedere gli esiti».

Carenze di medici

«La carenza di medici ha cause nazionali che vengono da lontano. Dal numero chiuso nelle Università, che crea la strozzatura a 19 anni senza lasciare ai ragazzi la possibilità di far vedere il loro valore con gli esami, alla carenza di borse di studio di specialità senza la quale un laureato non può fare il medico. Se in tutto, in Italia, ci sono ogni anno 10mila laureati e circa 6mila borse di specializzazione, è evidente che qualcosa non va e che 4mila laureati non vengono messi nella condizione di esercitare. In Veneto stiamo rispondendo sia con un intervento emergenziale, come la ricontrattualizzazione di medici pensionati, sia con una previsione strutturale come quella di assumere negli ospedali pubblici gli specializzandi degli ultimi due anni per inserire forze fresche e giovani e farle crescere in corsia con la guida dei colleghi più esperti».

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