Ricordare un eroe a cinquant’anni dalla morte

Celebrata la memoria dell’appuntato dei carabinieri Giorgio Scifo, Medaglia d’oro al valore civile, nella mattinata di domenica 22 settembre.

Ricordare un eroe a cinquant’anni dalla morte
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Ricordare un eroe a cinquant’anni dalla morte

Una cerimonia per ricordare un grande uomo, a cinquant’anni dalla sua scomparsa. E’ stato ricordato con gli onori davanti al cippo dei carabinieri e una Santa Messa nella mattinata di domenica 22 settembre l’appuntato Giorgio Scifo, ucciso a sangue freddo nel 1969 da un cittadino breganzese. Presenti anche i parenti arrivati dalla Sicilia.

La storia

Era il pomeriggio del 19 settembre 1969 e il carabiniere Giorgio Scifo, originario di Modica (Sicilia) ma trasferitosi da tempo a Breganze per motivi di lavoro, stava adempiendo al suo dovere di militare. Per fermare un pazzo che si aggirava per le campagne del paese imbracciando un fucile calibro 16 e sparando a destra e a manca, è stato colpito a morte, lasciando nello sconforto la moglie Aurelia Terranova e i suoi tre figli Carmela, Giuseppe e Filippo, all’epoca molto piccoli.

Il riconoscimento

Un gesto che gli è costato la vita, ma che è servito a salvarne molte altre. Per questo Scifo è stato insignito della Medaglia d’oro al valore civile (alla memoria). La motivazione del riconoscimento recita così: «Comandante interinale di una stazione carabinieri, essendo stato informato che un giovane si aggirava, sparando, nella campagna circostante, affrontava da solo, con alto senso del dovere ed ammirevole coraggio, lo squilibrato, che già aveva ferito il proprio padre, e veniva, a sua volta, colpito a morte. Col suo generoso sacrificio suscitava la commossa ammirazione dei cittadini. Breganze (Vicenza), 19 settembre 1969».

Chi era Giorgio Scifo

Nato a Modica il 26 maggio del 1925, giovanissimo si arruolò nell’Arma e fu promosso Carabiniere a piedi il 15 gennaio del 1946. Destinato alla Legione carabinieri di Bari, vi prestò servizio fino al 14 settembre 1947, data in cui venne trasferito a Messina, dove rimase fino all’8 luglio del 1963. Successivamente fu assegnato alle dipendenze della Legione Padova reparto sicurezza «Sito Pluto» di Vicenza. Il 2 settembre del 1965 venne poi destinato alla stazione di breganze, dove perse la vita nel settembre di 4 anni dopo. Alla sua memoria è intitolata, dal 29 novembre 2006, la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Rosà. Nel bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, la stessa ha voluto ricordare il gesto dell’appuntato Scifo a 45 anni dalla sua scomparsa (2014) con una cerimonia a Raccuja (Messina) dove il militare è stato sepolto. In quell’occasione il sindaco del paese ha consegnato alla vedova Aurelia una targa per ricordare, a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza, affettuosamente l’appuntato Scifo, esprimere apprezzamento per il generoso sacrificio del militare ed esprimere vicinanza alla moglie e ai familiari.

Per ricordare

«La cerimonia per il cinquantesimo della morte dell’Appuntato Scifo è stato un’occasione per ricordare il sacrificio di questo valoroso servitore dello Stato, ma anche un momento prezioso per la nostra comunità per far sentire ai suoi figli e nipoti tutto il calore di un territorio che non dimentica e sa tenere viva nel tempo il sentimento di gratitudine - ha scritto in una nota l’amministrazione comunale - Un ringraziamento all’Associazione Carabinieri di Breganze per la cura con cui ha organizzato la cerimonia e l’accoglienza ai nostri cari ospiti. E un grazie a tutte le persone che hanno partecipato e portato il loro personale ricordo rendendo questa giornata ancora più ricca di significato».

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