La famiglia Gnoato riapre il patronato di Laghi

Nove mesi che sono sembrati un’eternità, tanto è passato dalla chiusura di quello che da sempre era stato il punto di ritrovo dei giovani e degli anziani.

La famiglia Gnoato riapre il patronato di Laghi
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Grazie alla famiglia Gnoato, non soltanto riapre il patronato di Laghi, ma riprende di vita il piccolo paese tra i comuni di Tezze e Cittadella.

La famiglia Gnoato riapre il patronato di Laghi

Nove lunghi mesi che sono sembrati un’eternità, tanto è passato dalla chiusura di quello che da sempre era stato il punto di ritrovo dei giovani ma anche degli anziani. Di conseguenza il piccolo paese, che già doveva fare i conti con la chiusura della banca e della storica bottega di Cocio, era diventato triste e abbandonato. Le vie erano deserte e la gente che usciva da messa o che andava a vedere la partita della Juventina Laghi, era costretta a ritornare a casa. Quindi la riapertura del centro parrocchiale San Luigi è stata vissuta in qualche modo come una liberazione, lo dimostrano le numerose strette di mano e pacche sulle spalle che Fernando Gnoato ha ricevuto dai circa 500 compaesani che erano presenti all’inaugurazione della nuova gestione. Non ha voluto mancare nemmeno il parroco Don Remigio che, dopo aver impartito una benedizione speciale, ha rivolto un discorso ai presenti prima di passare la parola a Gnoato.

«Il patronato di Laghi non è un semplice bar ma il cuore pulsante del paese. Tutti noi, nel nostro percorso di vita, siamo cresciuti all’interno del locale. Abbiamo iniziato da bambini, quando con le mille lire che ci davano i nostri genitori passavamo la domenica. Da giovani invece ci ritrovavamo con gli amici prima di andare a ballare. Poi da adulti per bere qualcosa in compagnia e fare quattro chiacchiere in compagnia. Quindi vederlo chiuso in questi mesi per me è stata una sofferenza fino a quando nello scorso giugno, quando ho visto che nessuno si faceva più avanti. Allora ho deciso di farmi avanti».

Ha qualche esperienza in questo mondo?

«E’ la prima volta che prendo in gestione un bar, la mia professione principale è tutt’altra cosa. Sono titolare dell’Artigiana Strade, un’azienda che si occupa di asfaltatura e di manutenzione delle strade. Ma grazie ai consigli di parenti e amici che hanno già avuto esperienze nel settore, io mia moglie Paola cerchiamo giorno dopo giorno di imparare questo mestiere. Si tratta di una sfida personale, ma che intraprendo consapevole che al mio fianco ci saranno i miei compaesani che avranno tutto l’interesse che il patronato rimanga aperto».

Dal canto suo lei conosce bene l’ambiente?

«Faccio parte di numerose associazioni locali. In passato sono stato il presidente dell’Ac Juventina Laghi e ho fatto parte del consiglio pastorale. Insomma, in paese mi conoscono abbastanza e questa cosa dovrebbe in qualche modo aiutarmi. L’unione fa la forza».

Quale sarà il suo obiettivo?

«Cercheremo di riportare i giovani del paese offrendo a loro un ambiente sano e confortevole. Per questo abbiamo installato un Juke-box e un flipper. Senza però dimenticare le altre fasce di età, compresi gli anziani che potranno ritrovarsi per giocare a carte e guardare le partite di calcio. Una novità importante è costituita dal fatto che sarà possibile organizzare, nella saletta adibita, dei compleanni per bambini o qualche ricorrenza speciale. Ovviamente entro certi limiti che un luogo come un patronato richiede. Poi dev’essere un locale dove tutti possano ritrovare, dico sempre che la tavola porta consiglio e non bisogna prendere decisioni a freddo. Ricordo a tutti loro che il patronato è un punto di ritrovo per un buon bicchiere di vino o un cappuccino e brioche. Quindi aspetto tutti quanti a farci visita».

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