Giovani laureati, patrimonio della comunità

Sono 381 i laureati rosatesi premiati e messi in rete in diciotto anni. Un dovere valorizzare al meglio le specifiche competenze di ognuno.

Giovani laureati, patrimonio della comunità
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Giovani laureati, patrimonio della comunità

«Tutti i lavori hanno pari dignità e sono necessari in una comunità. Ci sono alcune professioni però, che oltre alla bravura ed alla creatività personali, abbisognano di una forte preparazione scientifico-culturale. Una comunità perché funzioni bene ha bisogno di tutti ed ha bisogno anche di questi specialisti. Ed allora, come si dice grazie giustamente a chi lavora, è doveroso essere anche un po’ riconoscenti a quei giovani che hanno sudato i loro anni della giovinezza sui libri per raggiungere competenze adesso utili all'intera comunità. La festa ai giovani laureati in municipio ha anche questo significato».

Così ha esordito giovedì sera 6 giugno in sala Consiliare Silvano Bordignon, psicologo e pubblicista, nel presentare i Giovani Laureati rosatesi dell’anno 2018-2019, evento che nel ruolo di ideatore e direttore organizza da diciotto anni assieme ai membri del Gruppo dei Giovani Laureati. Presenti il sindaco Paolo Bordignon, l'assessore alla Cultura Chiara Grandotto, l’assessore regionale Manuela Lanzarin, il Presidente della Biblioteca Gianni Chiminazzo, il Presidente del Circolo Amici del Teatro Montegrappa Caterina Bizzotto, la Presidente del Cif Graziella Franzanchini e il professor Beniamino Todesco per i docenti dell'Università de La Rosa. Sono 381 i laureati che questa iniziativa ha premiato e messo in rete in diciotto anni. Una ricchezza per il territorio, un patrimonio per la comunità che il Gruppo Giovani Laureati premia e presenta per mettere ponti, creare sinergie, costruire legami tra i ragazzi e il mondo del lavoro utilizzando al meglio le risorse e le competenze di ognuno. Alcuni numeri riferiti agli ultimi dieci anni: si sono laureati, tra gli altri, 36 ingegneri, 20 in economia, 17 in giurisprudenza, 13 medici, 4 farmacisti, 11 psicologi 10 in area della comunicazione, 8 architetti, 8 in settore lettere, 8 in lingue straniere, 22 complessivamente nell’area scientifica. Sono dati che sono frutto di un sistema formativo di qualità. A tutti giovedì sera è stato consegnato uno svuotatasche in vetro con inciso l’anno 1518, data che segna l’elezione del primo sindaco di Rosà al tempo della prima Università De La Rosa e ad ognuno è stato regalato qualche minuto per presentarsi ufficialmente alla comunità, un momento prezioso di accoglienza e conoscenza. Presentata anche la tesi dei sette assenti che, per motivi formativi e lavorativi, sono a fare esperienza fuori dall’Italia.

Tutti hanno ricevuto l’immancabile «Quaderno dei giovani laureati rosatesi», stesso formato di sempre, che si va ad aggiungere ai numeri precedenti, un tassello prezioso in più nell’archivio sociale della comunità. Assegnata durante la serata anche la tradizionale laurea honoris causa, un titolo che premia l’impegno di chi contribuisce alla promozione della vita sociale, economica e civile della comunità. Il riconoscimento è andato a Ivano Fietta per il suo lavoro di ricerca sulle vicende storiche della comunità che «ha offerto un contributo umano ed intellettuale generoso e rigoroso». Laurea speciale a Martina Carlesso e due «lauree di ieri» a Michele Carlesso e Flavio De Ross. I giovani laureati premiati quest’anno: Chiara Baggio, Rachele Battilana, Ursula Cavalier, Greta Dal Fior, Elia De Rossi, Nicolo' Fantinato, Sara Favorido, M.Chiara Maccarone Medicina, Munari Luca, Carlo Alberto Oliviero, Alberto Pegoraro, Giacomo Rigon, Silvia Signori, Arianna Sirica, Ilaria Visentini, Anna Zanetti.

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