Gioco d’azzardo, «la Regione viaggia in senso opposto ai comuni»

Il consigliere Tognato contro la legge regionale che, secondo lui, cancella gli sforzi degli enti locali per frenare la piaga della ludopatia.

Gioco d’azzardo, «la Regione viaggia in senso opposto ai comuni»
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Gioco d’azzardo, «la Regione viaggia in senso opposto ai comuni»

Colpo basso alla lotta contro la ludopatia. La stangata arriva, però, direttamente dalla Regione e a pochi mesi di distanza della decisione del Consiglio comunale del 27 luglio che ha votato per l'approvazione dello spostamento della sede della sala Admiral da via Roma alla periferia.

Ad esprimere il suo malcontento è il consigliere pentastellato Abramo Tognato che si scaglia contro gli amministratori regionali che, secondo lui, cancellano gli sforzi degli enti locali per frenare la piaga del gioco d'azzardo. I numeri, che avevamo già riportato in un precedente articolo, parlano chiaro: nel 2018 si sono spesi 32 milioni di euro nelle sale da gioco e nelle slot al bar di Thiene. Cifre alte, altissime.

«Sono parole al limite del paradossale o meglio dire anacronistico quelle espresse dai legislatori della Regione Veneto. Una legge, 10 settembre 2019 - numero 38, che si definisce come “Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d'azzardo patologico”, anziché prendere spunto e considerare le scelte che con difficoltà e sudore i Comuni hanno preso e portato avanti negli ultimi anni, cancella definitivamente ogni sorta di tentativo di lotta del gioco d’azzardo», commenta aspro Tognato.

Da gennaio 2019, infatti, è attivo il nuovo regolamento per sale slot che prevede il loro allontanamento dalle zone sensibili e dal centro cittadino. Per questo motivo, durante la seduta del 27 luglio, l'assessore al Bilancio, Alberto Samperi, ha fatto notare che:

«In questi anni abbiamo cercato di combattere la ludopatia imponendo limiti d’orario, aumentando l'importo delle sanzioni e prevedendo il rispetto di certe regole per l’apertura delle nuove sale giochi, tra cui la distanza di 500 metri dai luoghi sensibili».

Il consigliere Tognato è della stessa linea:

«Era sufficiente una letta dei regolamenti comunali per capire che la decisione della Regione ha una direzione totalmente opposta, anziché mirare alla riduzione del gioco d’azzardo, gli stende un pregiatissimo tappeto rosso sotto i suoi piedi. Si chiama tempo e distanza. Tempo perché l’orario di apertura di una sala da gioco, ad esempio nel comune di Thiene, passa dalle otto ore imposte da ordinanza del sindaco alle 18 ore. Più del doppio. Questo secondo i legislatori regionali è il miglior modo per ridurre l’azzardo, spalancare le porte della sala praticamente per l’intera giornata. E distanza, perché le nuove aperture potranno non solo avvenire a una distanza inferiore rispetto all’attuale limite di 500 metri, previsto dal regolamento comunale, ma questo non sarà più calcolato con il sistema della “linea retta”, bensì attraverso la via pedonale più breve. Ciò significa che una sala potrà aprire a 400 metri non lineari da una scuola, ipoteticamente potrebbe anche essere l’edificio retrostante la scuola se la via pedonale più breve prevedesse un giro dell’isolato per raggiungere tale edificio. Se i legislatori regionali questo lo chiamano “prevenire”, allora potevano anche evitare di scrivere una norma che ricordiamo diventa vincolante per ogni comune perché ora tutti gli enti dovranno riscrivere i loro regolamenti».

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