Don Giuseppe, i miei 22 anni a San Pietro

Parroco nella frazione rosatese dal 1996, rimane in sede, ma lascia il servizio con l'entrata in vigore della nuova Unità Pastorale.

Don Giuseppe, i miei 22 anni a San Pietro
Pubblicato:
Aggiornato:

Don Giuseppe, i miei 22 anni a San Pietro

La comunità di San Pietro domenica scorsa gli ha dedicato una giornata di festa in segno di gratitudine per i ventidue anni di servizio. Don Giuseppe Riva termina la sua funzione di parroco, da settembre la sua parrocchia entrerà di fatto nella più grande realtà pastorale che unirà Rosà e tutte le frazioni in una unità guidata dai tre co-parroci Don Angelo Corradin, Don Ivan Arsego e Don Silvano Dal Pozzo, come annunciato ufficialmente l'11 giugno scorso dal vicario generale Don Lorenzo Zaupa a nome del Vescovo Beniamino Pizziol. Don Giuseppe rimarrà nella sua San Pietro come collaboratore pastorale in aiuto e subordinatamente ai parroci responsabili là dove ci sarà bisogno, a seconda delle direttive e delle richieste. Nato nel 1944, parroco a San Pietro dal 29 settembre 1997, ordinato sacerdote nel 1970, Don Giuseppe festeggerà nel 2020 i cinquant'anni di sacerdozio. Come saluto alla parrocchia quest’anno ha voluto stampare e distribuire in occasione della benedizione pasquale, un libretto di preghiere. Un gesto voluto e finalizzato al recupero delle basi e delle radici dell'essere cristiani. Preghiera e riflessione sulle domande fondamentali dell'uomo, della vita e della fede.

Don Giuseppe, come vede la nuova unità pastorale? 

«Con l'unità pastorale ci sarà meno capillarità, ma senza dubbio più uniformità nelle scelte con la ricchezza di lavorare insieme. Questo richiede una maturazione dei laici che sono di fatto corresponsabili coi sacerdoti. Il laico, in veste di cristiano, deve fare la sua parte, è un dovere che deriva dal battesimo».

Crisi di fede, bisogno di cambiamento, di formazione, di conoscenza. Cosa cerca oggi l'uomo?

«Oggi, come in tutti i tempi, l'uomo è alla ricerca del bene. Alla fine questa è la domanda e questa è la strada. Il cristiano si deve riscoprire nella figura di Cristo. Nella vita concreta, nei gesti di ogni giorno, nel rapporto con gli altri. Oggi si rischia di perdere il contatto con Dio. Non è rigetto, ma indifferenza. Siamo soffocati dal mondo, dalle attività, dagli impegni. Non è sbagliato, dobbiamo essere grati per l'abbondanza che abbiamo. Però è necessario in questo mare grande fare delle scelte, mettere una scaletta di priorità».

San Pietro. Cosa le ha dato questa comunità in tanti anni di servizio?

«Dopo 22 anni devo dire che la visione d'insieme è senza dubbio positiva. Personalmente mi sono sentito amato, accolto. E' per questo che ho espresso il desiderio di rimanere qua, anche dopo la fine del mio servizio come parroco. Quella di San Pietro è una realtà vivace, attiva, molto legata alle tradizioni che sono l'identità del paese. Come tutte le comunità, anche questa soffre un generale affievolirsi, specialmente nelle generazioni più giovani, di una partecipazione attiva alla vita religiosa. Gli entusiasmi ci sono, ma servirebbe una partecipazione più diffusa. E' un dato di fatto oggi e una realtà a cui tutti i parroci assistono. Vantaggio di San Pietro è il legame molto forte con la tradizione del territorio. Sono tanti i ragazzi che ancora partecipano alla sagra, per esempio. Questo fa comunità. Si parte anche da qua, dal cuore dello stare insieme, dalla collaborazione. Il Paradiso terrestre non esiste. A San Pietro la voglia di fare non manca».

Cosa augura al suo paese e alla nuova unità pastorale delle cinque comunità?

«Auguro di trovare il senso della comunione e corresponsabilità. Di avere rispetto verso tutti, di mettere i valori umani, che sono i valori cristiani, prima di ogni altra cosa. La Chiesa si è sempre evoluta nel tempo, ha sempre vissuto momenti convulsi a cui poi sono seguiti momenti di ripresa. E' la storia. Pensiamo a quante cose sono cambiate nei secoli. Non dobbiamo scoraggiarci. Dobbiamo avere fede. Lo Spirito Santo vivificatore sa risanare, elevare, accompagnare».

Seguici sui nostri canali